Il cervello degli chef ha una marcia in più!
Chi si trova al comando di una brigata di cucina, coordinandone le numerose attività ha un cervello con più plasticità neurale, abilità motoria e cognitiva rispetto a quello delle persone che svolgono altri lavori.
- A dirlo è uno studio dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (lbfm-Cnr) di Catanzaro, che per la prima volta ha analizzato 11 emergenti head chef della Calabria, sottoponendoli a risonanza magnetica e a una lunga serie di test neuropsicologici.
I dati raccolti hanno rivelato che il cervelletto di questi cuochi, cioè la zona responsabile della coordinazione motoria e della programmazione cognitiva di atti motori, era in grado di aumentare di volume in base al numero di dipendenti da gestire e alla velocità nello schematizzare mentalmente le azioni da svolgere in cucina.
Questa ricerca è importante perché conferma che un certo tipo di allenamento produce modifiche a lungo termine, sia a livello comportamentale, sia strutturale, rendendo il cervello degli chef speciale.
Fonte: Ok Salute e Benessere, aprile 2017