Luci e ombre sulla salsa di soia…

La salsa di soia, con il suo gusto deciso, è uno dei condimenti più amati della tradizione orientale. Scoperta da molti italiani nei ristoranti giapponesi, oggi si trova anche in diverse ricette nostrane.
Ma fa bene o fa male? Una risposta univoca non si può dare, perché questa salsa, ottenuta da fagioli di soia fermentati e farina, ha sia pregi sia difetti. Tra i primi, gli antiossidanti.
- «Grazie al contenuto di isoflavoni», spiega la biologa nutrizionista Valentina Fratoni, «la soia è in grado di svolgere un’azione protettiva nei confronti di tumori dipendenti dagli ormoni, come il cancro al seno o alla prostata».
Tra i difetti, l’alto contenuto di sale: un cucchiaio di salsa di soia ha circa 8 calorie, un grammo di carboidrati, uno di proteine, ma 902 milligrammi di sodio, cioè circa il 40% della quantità che si dovrebbe assumere in un giorno. «Per questo non risulta adatta a chi soffre di ipertensione e a chi segue un regime dietetico ipocalorico», avverte l’esperta.
Il problema non si risolve acquistando la versione light della salsa. Si è portati a pensare che sia più sana per la minore quantità di sodio (generalmente il 40% in meno), ma, mentre la ricetta base ha pochi ingredienti e tutti naturali (acqua, semi di soia,frumento e sale), l’altra ha si meno sale, ma contiene anche etanolo, zucchero, acetato di sodio, acido lattico e acido acetico.
Quindi, se l’utilizzo è episodico, meglio consumare quella tradizionale.
Fonte: estratto da un bel servizio di Giulia Mascero Regis, su Ok Salute e Benessere, settembre 2018